Vi siete mai chiesti se le vostre vacanze siano realmente tali? Spostarsi da casa, per passare un determinato numero di giorni in una località più o meno distante è effettivamente “essere in vacanza”? Non andare a lavorare, può considerarsi l’inizio di una vacanza, del relax? Per me no.
Io mi sono resa conto, quest’anno più che mai, che non vado in vacanza da anni. Certo, vado ogni anno al mare per qualche giorno, mi sveglio in un letto diverso dal mio, l’aria profuma di salsedine, invece che sapere di campagna. Mi servono le colazioni, i pranzi e le cene, eppure col cervello io non stacco mai.
Penso che le vacanze siano uno stato mentale. Anche rimanendo a casa, anche rimanendo immersi nel solito ritmo della vita quotidiana, ci si può ritagliare dei momenti di pura vacanza. Così come pur essendo in un luogo da favola, si può non staccare mai dai pensieri e dagli impegni.
Quest’anno dal 15 Agosto, perciò da giovedì scorso, ho notato una grandissima differenza nel mio stato mentale. Ho avuto più tempo libero, senza continuare a dover correre dietro i “devo fare”, “sono in ritardo” ecc, mi sono quindi trovata senza grossi impegni, fino all’inizio di Settembre.
Ho iniziato a chiedermi: “Cosa voglio fare?”, questa domanda mi ha stupito. Lo so, come sempre sono riflessioni molto sciocche per alcune persone, ma per me no. Erano anni che non mi ponevo questa domanda, senza avere l’ansia di prendere una decisione importante frettolosamente, finendo rovinosamente nei soliti grovigli mentali, dati dalla mia spiccata indecisione.
Questa volta era diverso, era una domanda che portava con sè tranquillità e benessere. Una domanda lenitiva, pronta a curare il mio affanno, i miei pensieri come sempre supersonici.
Mi sono quindi detta di non fare come al mio solito. Non mi riempirò di impegni per non sentire la noia, per paura di percepire apatia o pigrizia. Non creerò castelli in aria, solo per compensare la mia ansia di non essere produttiva, di star perdendo tempo o di rimanere bloccata come sempre.
No, questa volta me ne starò tranquilla. Ascolterò i miei bisogni, senza incalzarli. So che arriveranno. So che la vocina interiore, si farà sentire, senza essere sommersa da tutti quei pensieri. Ed io dovrò essere una brava traduttrice ed ascoltatrice.
Sono sicura che le cose verranno da sole e finalmente potrò approfittare di una pausa, lasciarmi andare e naturalmente la strada che vorrò prendere, finito questo periodo, sarà già battuta e pronta da intraprendere. Ma per farlo, serve per forza avere le forze necessarie per affrontare il percorso.
Per me le vacanze sono questo. Concedere pace al cervello, fermare i pensieri frenetici e domandarsi cosa si vuole, dando il tempo a noi di elaborarlo e comprenderlo. Con calma. Siamo troppo abituati all’immediatezza per concederci realmente una vacanza.
Per voi le vacanze cosa sono? Dove siete stati o dove andrete? Quali tecniche utilizzate per rilassarvi davvero?